24/03/2020
PELLICONI CONFERMA I SUOI PIANI PRODUTTIVI IN CINA
Tra le aziende che resteranno in Cina c’è anche Pelliconi di Ozzano (Bologna), leader mondiale dei tappi a corona, presente in Cina dal 2016 con uno stabilimento a Suzhou con 70 dipendenti.
«A causa del Covid-19 – racconta l’ad Marco Checchi - ci siamo dovuti fermare per un paio di settimane che hanno coinciso quasi interamente con il capodanno cinese e siamo stati tra i primi a riaprire lo scorso 13 febbraio dopo aver superato l’ispezione governativa». E prosegue: «Non abbiamo aperto uno stabilimento produttivo in Cina per motivi di costo del lavoro, ma per accorciare le distanze producendo direttamente per il mercato locale». Essere presenti fisicamente, spiega «ci dà un vantaggio enorme in termini di agilità delle spedizioni e una prossimità con un mercato da 1,6-1,7 milioni di consumatori. Realizziamo lì anche il marketing e il design dei nostri tappi per andare incontro ai gusti della popolazione locale». Per questa ragione, conclude, «la Cina rimarrà strategica per la nostra azienda».
Questa News è un estratto di un articolo scritto da Chiara Bussi su 24+ de Il Sole 24 Ore. Per leggerlo tutto, clicca qui.
«A causa del Covid-19 – racconta l’ad Marco Checchi - ci siamo dovuti fermare per un paio di settimane che hanno coinciso quasi interamente con il capodanno cinese e siamo stati tra i primi a riaprire lo scorso 13 febbraio dopo aver superato l’ispezione governativa». E prosegue: «Non abbiamo aperto uno stabilimento produttivo in Cina per motivi di costo del lavoro, ma per accorciare le distanze producendo direttamente per il mercato locale». Essere presenti fisicamente, spiega «ci dà un vantaggio enorme in termini di agilità delle spedizioni e una prossimità con un mercato da 1,6-1,7 milioni di consumatori. Realizziamo lì anche il marketing e il design dei nostri tappi per andare incontro ai gusti della popolazione locale». Per questa ragione, conclude, «la Cina rimarrà strategica per la nostra azienda».
Questa News è un estratto di un articolo scritto da Chiara Bussi su 24+ de Il Sole 24 Ore. Per leggerlo tutto, clicca qui.